giovedì 29 novembre 2012

stili di apprendimento


éduveille




Marie Gaussel

Tra vaghezza concettuale e interesse commerciale: quale validità scientifica per la teoria degli stili di apprendimento?


Leggendo un recente post sull'impostura delle teorie sugli stili di apprendimento si apprende che c'è una polemica in corso, a questo proposito, sin dal 2010. In realtà il sospetto di mistificazione ha origini più datate, giacché sin dal 2004 l'équipe britannica di Franck Coffield ha pubblicato uno studio, per il Learning & Skills Research Center, che metteva in forse la validità di tali teorie. Lo stesso concetto di stile di apprendimento è caratterizzato, sin dalle origini delle ricerche in questo campo, dalle divergenze teoriche, epistemologiche e metodologiche che dividono in differenti correnti i ricercatori. L'imbarazzo è spesso imputabile alla debole base empirica delle ricerche, e alla scarsa affidabilità (carenze di ripetibilità) e validità (carenza di analisi fattoriale di conferma) degli strumenti di misurazione.
Le ricerche sugli stili d'apprendimento hanno prodotto un numero considerevole di teorie, per la maggior parte tautologiche e vicendevolmente tributarie, che mescolano modelli teorici e strumenti di misurazione. I dispositivi psicometrici che derivano da tali ricerche sono offerti in forma di test di autovalutazione e sono accessibili, in genere a pagamento, al grosso pubblico. La proliferazione di questi strumenti, spesso connessi a forti interessi commerciali, contribuiscono ad alimentare un senso di confusione. Inoltre, nella pratica, queste procedure implicano due limiti: l'individuo che risponde al questionario deve avere il livello d'istruzione necessario per comprenderne gli enunciati e essere abbastanza maturo per saper esprimere le opzioni relative ai propri meccanismi cognitivi e affettivi.
Nello studio di Coffield, 13 tra i modelli più conosciuti, selezionati tra un centinaio di quelli offerti, vengono passati al setaccio. I modelli scelti sono stati selezionati sulla base di tre criteri specifici: la valenza di contributo teorico, la loro riconosciuta utilizzazione e il loro grado di influenza su altre teorie. Le teorie sono classificate in cinque tipologie:
  • modelli centrati su fattori genetici;
  • modelli centrati su fattori cognitivi;
  • modelli centrati su fattori permanenti della personalità;
  • modelli centrati su preferenze in contesto evolutivo, ma stabili;
  • modelli centrati sulle strategie di apprendimento.
    La metodologia è semplice. L'équipe ha fissato 4 criteri in base ai quali valuta l'affidabilità, la validità, il livello di predittività e la coerenza di tali teorie e dei loro strumenti di misurazione, in genere in forma di questionari. Il risultato è senz'appello, e un solo modello ne esce bene – mentre le teorie più note vengono designate come incoerenti – quello di Allinson e Hayes, i quali stessi preconizzano l'utilizzazione del loro strumento (Cognitive Style Index) più in una prospettiva di orientamento e indirizzo, che di formazione.
    In conclusione Coffield et al. Mettono in guardia i professionisti della formazione dalla tentazione di utilizzare queste teorie con i loro alunni, in parte anche a causa del mancato consensus sull'applicazione pratica degli strumenti di misurazione e sulle loro implicazioni riguardo la pedagogia. L'idea che la classificazione dello stile di apprendimento di un alunno renda automaticamente più efficace l'insegnamento, è ingenua e pone problemi sul piano della generalizzazione. Ancor peggio, sarebbe credere che l'atto di apprendere potrebbe diventare facile, e quasi automatico, senza richiedere sforzo del discente, nella misura in cui il suo stile fosse rispettato e alimentato.

Riferimenti
Coffield Franck, Moseley David, Hall Elaine & Ecclestone Kathryn (2004). Should we be using learning styles? What research has to say to practice. London : The Learning and Skills Research Center. En ligne : <http://www.google.fr/ur … ww.arasite.org%2FRMdata>.
Vaufrey, C. (2012). Les styles d’apprentissage, une vaste rigolade ? Consulté novembre 16, 2012, de http://cursus.edu/dossiers-articles/articles/18808/les-styles-apprentissage-une-vaste-rigolade/




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